OROLOGI AUTOMATICI, SPIEGATI BENE.
CHE COS’E’
Un orologio automatico è un segnatempo che si ricarica in autonomia sfruttando esclusivamente i movimenti del polso di chi lo indossa. Gli spostamenti del polso fanno muovere un rotore (detto anche massa oscillante), che ruota attorno al suo asse trasmettendo energia alla molla di carica, che a sua volta genera energia e garantisce il funzionamento dell’orologio. Affinché la forza fisica per lo spostamento sia sufficiente, i rotori vengono realizzati in materiali pesanti come il tungsteno, l’oro o addirittura il platino.
BREVE STORIA
I primi ad inventare movimenti automatici furono Abraham-Louis Perrelet e Abraham-Louis Breguet nel 1700, ma solo con John Harwood, orologiaio dell'isola di Man, si ebbe la diffusione dell'automatico durante la Prima guerra mondiale, detronizzando gli orologi da tasca. Nel 1930 Rolex sfrutta questa popolarità per produrre il suo sistema Perpetual: si serve al meglio del movimento completo del rotore garantendo una carica dell’orologio di 35 ore circa.
Oggigiorno i meccanismi vengono continuamente affinati per dare vita a piccoli capolavori della meccanica, sempre più efficienti e precisi, dai modelli più prestigiosi e costosi a quelli più economici ma comunque validi e dignitosi.
LA CARICA DELL’OROLOGIO AUTOMATICO
Per garantire il corretto funzionamento dell’orologio automatico è sufficiente portarlo al polso. Se non lo indossi spesso il segnatempo potrebbe fermarsi e per farlo ripartire l’ideale sarebbe semplicemente rindossarlo nuovamente.
A seconda del movimento utilizzato, il tuo orologio automatico potrebbe disporre oltre della carica automatica, anche della carica manuale (avvitando la corona dunque). Se l’orologio è fermo, un’opzione meno elegante è quella di scuoterlo finché le lancette non avranno ripreso il loro ritmo. Personalmente non consiglio questa soluzione a meno che non si ha urgenza, in quanto in alcuni (rari) casi potrebbe danneggiare il meccanismo. La maggior parte dei movimenti moderni dispone tuttavia di una funzione di ricarica manuale. Questa possibilità è conveniente soprattutto per coloro che non indossano l’orologio molto spesso o che non lo tengono abbastanza in movimento.
MOVIMENTI DI MANIFATTURA
Viene comunemente considerato “movimento di manifattura” quello che viene sviluppato, concepito e assemblato dal marchio che lo utilizza. Può sembrare una spiegazione soddisfacente, rimangono però diverse zone di grigio ancora da definire. E’ bene ricordare che anche il più semplice movimento è composto da centinaia di componenti; è veramente necessario che ognuna di esse venga prodotta “all’interno della manifattura” affinché un movimento si qualifichi come tale?
Per la maggior parte dei marchi orologieri, molte di queste componenti, come la molla del bilanciere, sono troppo specializzate (ovvero costose) da produrre in massa. Si preferisce quindi ricorrere a produttori terzi, alcuni dei quali con sede in Svizzera o Germania. In genere l’origine delle singole componenti di un movimento non viene dichiarata dai marchi, rendendo impossibile ai non addetti sapere esattamente cosa è stato prodotto all’interno delle officine aziendali e cosa no. Perfino l’acclamata dicitura “Swiss Made” ha come unico requisito che il 60% dei costi di produzione e le fasi essenziali della fabbricazione avvengano in Svizzera.
Un’altra questione spinosa che da sempre infastidisce molti puristi, è la personalizzazione del movimento, sempre più adoperata da diverse aziende. Non consiste in altro che modificare o rifinire alcune componenti non essenziali del movimento, per colorazione, dimensione o design, per dichiararlo di manifattura.
Esiste anche la questione dei “movimenti di proprietà”, ovverosia prodotti da terzi ma acquistati da un marchio che ne diventa titolare esclusivo. È il caso, ad esempio, di Eberhard che, per il suo primo movimento proprietario si è rivolta a uno dei maggiori produttori di movimenti meccanici, Sellita, che ha progettato un nuovo calibro in stretta collaborazione con la marca rispettandone alla lettera specifiche e necessità.
In fin dei conti, sono molto poche le manifatture orologiere con una produzione totalmente in proprio. Basti pensare che perfino Jaeger-LeCoultre, di proprietà del Gruppo Richemont, fornisce tuttora e regolarmente i movimenti a Audemars Piguet (la quale ha un solo movimento di manifattura). E, fino al 2000, nemmeno Rolex dotava il suo famoso Daytona di un movimento proprio (facendo invece affidamento su Zenith e Valjoux). Fabbricare un movimento orologiero dal nulla richiede risorse economiche e tempo (anni, non mesi), motivo per cui la produzione in proprio non sempre è sensata dal punto di vista finanziario.
Tra le meccaniche inedite propriamente realizzate in-house, degni di nota sono i calibri con soluzioni sofisticate, come il minuscolo tourbillon di Bulgari, che gli vale un nuovo record mondiale: il più piccolo di tutta la produzione attuale. O come la ripetizione minuti di Jaeger-LeCoultre, un concentrato di innovazioni tecniche relative agli orologi con suoneria, che sono una delle specialità della marca. Patek Philippe, da parte sua, ha segnato un nuovo punto in una delle categorie più care alla marca, proponendo il suo primo calendario settimanale.
SCATOLE CARICA OROLOGI
Definite anche scatole del tempo, si tratta di congegni particolarmente amati dai collezionisti, usati per mettere in mostra in modo elegante gli orologi senza che questi si scarichino. Queste scatole sono reperibili in ogni categoria di prezzo: dalle versioni da discount a quelle realizzate artigianalmente.
Personalmente, per un calibro importante, consiglio di non lesinare e acquistare una scatola ben pensata, con una possibile regolazione di numero di giri e rotazioni, in quanto una scatola carica orologi può logorare il movimento nel caso in cui l’orologio venga caricato oltre misura.
Se per te è più importante evitare un logoramento prematuro e non ti secca impostare di tanto in tanto la data e l’ora, allora ti consiglio di tenere l’orologio fermo, a riposo.
Ad ogni modo, non preoccupatevi troppo e godetevi il vostro segnatempo, tutte le possibili conseguenze
Lo scopo di ogni orologio automatico è facilitare l’uso quotidiano togliendovi la responsabilità di metterlo in carica ogni giorno.
Tutti le possibili conseguenze descritte sono semplicemente indicazioni a lungo termine e nessun orologio può essere danneggiato da un momento all’altro solo perché non è stato trattato come si deve.